La Wiki-Fornella.

Nonostante Vladimir Putin si sia opposto con ogni mezzo a sua disposizione alla diffusione della wiki-Fornella, fino ad ottenerne addirittura la rimozione dalla cache di google, i rosiconi con mentalità da provinciali che l’hanno redatta – A.M., Il Contadino della Galilea, Johnnyshithead, Bixx, l’I&I, F.R., A.L., L.S., L.A. e yours truly – hanno deciso che fosse il caso di ospitarla su questo ormai defunto blog sperando che gli uffici legali delle multinazionali tedesche, il commissariato di Stoccarda, l’ispettore Derrick e Vladimir stesso intervengano il più tardi possibile per oscurarla di nuovo e una volta per sempre.

Maroochydore, QLD.
Monday, April 28th, 2014.

 

 


 

Nel caso tu non abbia la più pallida idea su ciò di cui si parla in questo articolo, dovresti fare un salto qui.

Vasco-rossi4

Vasco Rossi approva eventuali ripercussioni
“multinazionali”
da parte di quegli stessi da lui definiti “sbirri”
di cui Uriel diceva di fregarsene
perché viveva in un altro paese
e poteva scrivere quello che voleva
perché era soggetto alle leggi tedesche e non italiane.

Putin Icanseeyou

Sua eccellenza lo Zar Putin I approva questo articolo e
ORDINA
a tutti i suoi fedeli sudditi
di leggerlo e farlo leggere, inoltre
COMANDA
a tutti gli agenti del KGB in missione all’estero
di diffondere questo articolo tra la popolazione del luogo.

 

ATTENZIONE TU! Stamattina, come ogni italiano, ti sei alzato pensando: “A chi posso rovinare la vita, oggi?”. Per questo stai leggendo questa voce. Perche’ ogni italiano che inizia a leggere questa voce e’ uno stalker ed un nemico della felicita’ di Uriel Fanelli, quindi del mondo intero.

Ti stai chiedendo chi puo’ aver detto cretinate simili? Ecco, continua a leggere.

 

Quote rosso1 Uriel è morto. Quote rosso2

Quote rosso1 POW! Quote rosso2

~ Uriel a Nietzsche
Quote rosso1 Una volta ho lavorato per lui. Gli sistemavo l’ufficio. Quote rosso2

~ Dio su Uriel
Quote rosso1 La risposta tedesca a Giuliano Ferrara. Quote rosso2

~ Un comunista della Svervegia su Uriel
Quote rosso1 Egli combattè con Federico Barbarossa contro gli sfaticati comuni, e suggerì ad Arminio gli schemi giusti per battere i romani che invece di affidarsi ai tecnici consultavano i farlocchi umanisti. Quote rosso2

~ Umberto Eco su Uriel
Quote rosso1 Ricevo delle mail. Quote rosso2

~ Uriel
Quote rosso1 Siamo stati bannati da Uriel (e non ce ne frega una cippa), infatti abbiamo fatto un gruppo Facebook e una pagina su Nonciclopedia Quote rosso2

~ Utenti bannati da Uriel
Musolesi

Ach, il fiero alleaten si dirige verso il pc: ha appena avuto un’idea per un nuovo post!

Uriel Fanelli (Pizzo Calabro, data di nascita ignota, ma secondo gli stalker calunniatori è nato a Ferrara nel 30 Avanti Internet) è un filosofo, scrittore, consulente, matematico, scienziato, capitano di fregata della Marina Militare, fashion blogger, buttafuori, bodybuilder, boss delle torte, social community expert, latinista, esorciccio, aiuto pizzaiolo e laureato[citazione necessaria] calabro-tedesco. E’ attualmente residente ad Erkhart, dove lavora, la mattina, come consulente filologico per conto del noto filosofo e critico musicale Tommaso Franci, e la sera sbarca il lunario come aiuto pizzaiolo presso la premiata pizzeria d’asporto dell’egiziano Abdul Ben Mohamed (soprannominato “la trivella di Aswan”). E’ ufficialmente sposato dal 2006 con Angela Merkel con la quale ha avuto due figlie: Natalia Poklonskaya e Vladimir Luxuria, quest’ultima chiamata così in onore dell’amicizia decennale con Vladimir Putin (testimone di nozze e padrino).

Buongustaio appassionato di stracchino, nonché attore (noto soprattutto per un ruolo ne Il quinto elemento), è anche un prolifico e affermato commentatore di classici latini (scrivendo libri sotto lo pseudonimo di Karl Heinz Ludwig Hermann “Unsere Frau” von Stockhausen-Handspindeln), ma è soprattutto noto per essere l’ideatore della Teoria della montagna di merda (teoria nata il giorno in cui si mise per la prima volta a rileggere alcuni suoi post) – e, lui ci tiene sempre a ribadirlo, della bufala sull’olio di colza come carburante, con cui mise in scacco per la prima volta l’intera stampa internazionale, che lo copiava, e fece fare una figura barbina a Paolo Attivissimo, che voleva debunkarlo. Gestisce un blog abbastanza famoso, [1], le cui visite settimanali sfiorano le 300.000 unità (abbastanza, a detta sua, per poter pesare sulle decisioni della politica), ed un forum dove vigono la libertà d’espressione, il pacifico scambio di idee costruttive, e la gentilezza a base di tè e biscottini.

Ha avuto in passato qualche screzio con noti complottisti come Rosario Marcianò o Blondet, che però continuano a citarlo come fonte d’ispirazione nel pensiero politico.

Indice

[mostra]

[modifica] Biografia

Quando nacque era molto giovane. I suoi genitori erano Ken il guerriero e Sconsolata, che lo battezzarono presso l’Ossario di Sedlec in Boemia con il nome di Levoivodin an Cinnabar. Il giovane Lev però era un tipo irrequieto, già alla nascita si aprì la strada a forza perché non voleva rimanere in grembo ad una madre italiana, ordunque vile e codarda. Per questo, bannò il sacerdote incaricato della cerimonia e ipponseoinaghizzò tutti gli invitati, appartenenti alla casata degli Harkonnen che non gli perdonarono l’offesa ritornando più tardi in forze.
Lev non poteva ancora affrontare tanti nemici bene armati da solo, così, aiutato da una misteriosa figura incappucciata, il giovane fuggì nei boschi dove venne raccolto e adottato da una lupa, che lo allevò come fosse suo figlio. Secondo i più maligni, la lupa era una persona vera, la latina Acca Larenzia, chiamata lupa per via del suo carattere selvatico e delle molte infedeltà che causava al marito (un povero pastore renano di nome Gorgoroth Azrael Fanelli). Comunque, canide o antropomorfa che fosse, la lupa lo allattò e gli diede il nome di Wolfstep. Il piccolo Wolfy crebbe fino a 9 anni quando, reincontrando la stessa figura incappucciata, venne a sapere la sua storia completa. Allora Wolfstep decise di ritrovare i suoi genitori. Per poter compiere l’impresa, dovette però sacrificare la madre-lupa in un rito wiccano, condotto seguendo le istruzioni di un’apparizione misteriosa nella forma di 7 uova di cioccolato volanti. La vittima, nel momento di spirare, comprese l’importanza della missione e gli donò gli occhi del lupo, coi quali potè mettersi in viaggio.
Dopo svariate peripezie (trascritte in antichi canti epici ormai andati perduti), scoprì che i suoi genitori naturali erano prigionieri degli Harkonnen nella malvagia provincia del basso ferrarese. Qui venne, vide e vinse la casata sbaragliandone ogni soldato, per poi iniziare a vivere nella provincia ora liberata. Frattanto la figura incappucciata si era rivelata: un agente del KGB di nome Vladimir, che combattè fianco a fianco con lui contro i guerrieri Harkonnen e i vermi della sabbia, a mani nude, per poi tornarsene nella sua madrepatria misteriosa.
Dopo l’Avvento dell’Arcangelo Shito, che colse di sorpresa il giovane padawan Wolfstep mentr’era intento a raccoglier fascine di legna nel bosco e lo istruì sulle arti della dialettica internettara, egli decise di rinominarsi Uriel e di assumere come cognome quello del pastore renano in suo onore.

[modifica] La dura vita della provincia

Fin da subito, l’Uriel sviluppò una forte avversione verso l’onnipresente moralismo della provincia, che lo portò a girare con i giovani birbanti del luogo.

Quote rosso1 Io sono nato vicino a Marzabotto e ci sparavamo la ghiaia in culo ai negri e poi li facevamo mangiare ai maiali allevati clandestinamente nello zuccherificio dei sindacalisti, capito, merde? Quote rosso2

~ un coetaneo di Uriel ricorda i tempi felici della gioventù

Secondo l’autobiografia di Uriel, in provincia si fa molto sesso anale passivo. Gli adolescenti più svegli, invece che ammazzarsi di onanismo pensando alle squinzie in classe con loro, partecipano a orge pentasessuali di ogni genere e poi si bullano con i coetanei delle loro gesta mentre costoro crepano d’invidia e si portano dietro una sputacchiera per la conseguente bava.

Gli altri adolescenti rodevano dall’invidia perché strizzavano solo le tette alle compagne mentre lui lo acciuffava nel tabarèn nei privè dai vecchi.

[modifica] La nuova vita da tecnico wicca

Autobiografia spirituale

Questo paragrafo, ridondante spocchia, e’ tratto dalla autobiografia di Uriel. Sono evidenti le caratteristiche del suo itinerario religioso. Tutto comincia quando i mass media hanno bisogno di lui, che quindi si trova dei soldi in tasca. E finisce perche’ sua madre non sa usare la bocca. Per giungere a questa conclusione lui ha dovuto scoprire che il resto del mondo sono persone abbiette e false, pezzenti con le pezze al culo, ridicoli coglioni, e arrivisti malvagi che popolano una distesa di merda. L’unica eccezione e’ una tizia americana che lui ha conosciuto quando frequentava gli angeli. In altri passaggi disseminati in Usenet con il nickname di Lev, poi variamente allungato, Uriel ha messo in chiaro che e’ in grado di evocare demoni, che ha conosciuto i Bambini di Satana e che la polizia gli ha sequestrato un computer per il solo fatto che era pitturato di nero. Da qui al culto della logica il passo e’, come tutti possono vedere, brevissimo.

[modifica] L’incontro con Angela e il legame con Vladimiro

L’amore per la logica ha portato Uriel in Germania, che e’ il miglior posto al mondo da cui sputare sull’Italia e gli italiani (tranne se si va a Berlino, città di merda per farlocchi e provinciali, come anche Londra – la Vera Grande Germania si trova nella provincia).

Quando e’ arrivato in Germania, ha passato i primi mesi a scrivere sul suo blog quanto i tedeschi fossero squadrati, anaffettivi, incapaci di godersi la vita, privi di risorse creative e fissati con l’ordine e la disciplina – nonchè dei cattivoni che pretendono di mettere alla prova sul campo quello che millanti sul curriculum. I pulotti tedeschi, dei nazifascisti in divisa, massacravano pure di manganellate chiunque fosse anche solo un po’ brillo e non camminasse in linea retta per le strade, in un clima di terrore e omertà dei cittadini, che osservavano silenziosi dalle finestre.
A chi gli diceva che si trattava di una ritratto un poco caricaturale, lui rispondeva: “Non capisci una cippa, io qua ci vivo”.

Dopo qualche mese, ha iniziato a scrivere che i tedeschi sono dei gran fighi, perche’ votano la Merkel, che e’ squadrata, non affettiva, non perde tempo con le bazzeccole e mantiene ordine e disciplina. Inoltre sono competenti e ganzi perche’ controllano meticolosamente quello che scrivi sul curriculum. I pulotti tedeschi, i celeberrimi pulotten, sono efficientissimi europei in divisa, capaci di mettere in riga chi esagera con l’alcool, che di solito sono immigrati italiani di seconda generazione, giustamente punito perche’ fischiano ad ogni donna che vedono dietro le finestre
A chi gli faceva notare che era forse un po’ esagerato, lui rispondeva: “Non capisci una cippa, io qua ci vivo, e ti banno”.

Uriel e’ convinto che venire bannati da lui equivalga a una condanna a morte, ma quando ha visto che i bannati se la ridevano, ha cominciato a invocare il pugno durissimo di Putin contro tutti i pervertiti. E’ un’ottima scelta, perche’ sotto Putin gli omosessuali se la passano malissimo. Uriel sostiene di essere stato bisessuale, ma se ne diemntica davanti alle immagini di Putin che punisce i pervertiti italiani, che non hanno rispetto per Angela Merkel.

Il carattere della punizione che secondo Uriel si sta gia’ abbattendo sugli italiani e’ vario: morte per fame, morte per sete, invasione di cavallette, sfracassamento delle gonadi, clero che uccide con l’onda ecc. ecc., ma prevede sempre che Uriel si scopi la madre di qualcuno nel culo.

Tutto questo per preservare l’onore di Frau Angela, gia’ guardato da Putin. E se vi sembra che Russia ed Unione Europea non vadano d’accordo e d’amore, questo significa che siete degli umanisti. Non provate a dirlo, che Fanelli vi banna.

[modifica] La socializzazione di Uriel

Quote rosso1 Ti banno. Quote rosso2

~ Uriel

I rapporti di Uriel con il resto del mondo avvengono via Internet. Le persone che gli scrivono mail (ne riceve circa un milione al giorno) e lui risponde sul suo blog. Non risponde mai in privato, perche’ la corrispondenza potrebbe essere controllata dalla NSA, dalla Guardia di Finanza, dalla DIGOS o dalla Federpizza. Quindi risponde sul suo blog, che comprende un forum a cui si puo’ accedere solo dopo avergli presentato il curriculum.

Il numero alto di mail che Uriel riceve si deve principalmente al fatto che Uriel sa tutto, e il resto degli opinionisti, dei giornalisti e degli accademici sono degli incompetenti totali e/o al soldo di qualcuna delle tre famiglie (due delle quali ebraiche) che condizionano l’opinione pubblica italiana in senso anti-tedesco o meglio anti-Urielliano. Va pero’ precisato che non appena qualcuno degli esponenti delle suddette categorie si fa vivo nel suo forum, Uriel si affretta a spiegare che lui non ce la ha mai con qualcuno in particolare, ma con intere categorie. Quindi la intera categoria degli italiani, quando vuole un parere competente e indipendente, si puo’ rivolgere solo a Uriel. Da qui l’alto numero di mail che il Nostro riceve.

Siccome nessuno e’ perfetto (tranne Uriel) puo’ ahime’ capitare che sorgano divergenze di opinione tra Uriel e qualcuno degli interlocutori. Uriel ha un caratteristico modo di risolvere le divergenze di opinione con l’interlocutore. Lo banna.

Uriel sostiene di aver imparato questo metodo mentre faceva il buttafuori in locali di cui nessuno ha sentito parlare. Era lo stesso periodo in cui lavorava di giorno come tecnico in un negozio di computer, mentre frequentava il Liceo Classico, quello Scientifico, l’ITIS, il perito geometri, la Ragioneria e l’IPSIA. Era un buttafuori molto capace, infatti ha continuato a lavorare anche mentre all’Universita’ studiava per non laurearsi in Ingegneria, Matematica e Giurisprudenza. Ha poi continuato a lavorare come buttafuori nei locali notturni anche durante il servizio militare in Marina, svolto su sommergibili che stavano al largo per delle settimane. Ma nei week end lui riusciva a rientrare per lavorare, oltre che per scoparsi molte madri nel culo.

In questi locali sconosciuti gli e’ stato insegnato che

Quote rosso1 la selezione all’ingresso migliora il tuo divertimento. Quote rosso2

Le persone da bannare erano e sono facilmente individuabili. Prima di tutto sono italiani. Secondariamente si vestono come italiani immigrati in Germania: hanno il capello impomatato, il giubbotto nero ed il calzino bianco. Non casualmente i bottegai bolognesi venditori di calzini bianchi odiano Uriel, perche’ mentre lui lavorava come buttafuori hanno perso un sacco di clienti: nessuno piu’ voleva comprare calzini bianchi, tutti volevano entrare nei locali di cui nulla si sapeva, salvo che fossero presidiati da Uriel.

Se anche rispetti le regole del buttafuori, puoi essere bannato se non la pensi come lui o se gli fai notare che ha scritto cose sbagliate, leggendoti i link che posta lui stesso per supportare le sue tesi. Solitamente prima ti deride, poi ti banna ed infine si vanta di scoparsi tua madre nel culo.

Uriel, da persona coraggiosa qual è, non teme nessun pericolo, tranne il fatto che due o più bannati si conoscano, incrociando così le informazioni sulle sue gesta, da cui potrebbe risultare una trascurabile presenza di contraddizioni e insignificanti miglioramenti sul suo curriculum. Essendoci circa sesdiciotto quisquilliardi di italiani bannati, le possibilità che questo accada sono prossime allo zero assoluto. Nonostante ciò, redarguisce la sua milizia di criceti addestrati sul fatto che questi bannati non hanno altro da fare nella vita che perseguitarlo, esortandoli a non usare nessun social dove gli italiani possano accedere, preferendone le versioni in Cirillico. Prima di guidarli alla Terra Promessa: la Dark Net.

C’e’ chi sostiene che Dark Net sia il nome di un locale notturno dalle parti di Dusseldorf. Secondo questa teoria si tratterebbe dell’unico posto in cui a Uriel, una volta, e’ stato permesso di entrare. In bagno c’e’ un bidet, per via della clientela prevalentemente italiana. Potrebbe anche trattarsi di uno dei locali bolognesi in cui Uriel avrebbe lavorato come buttafuori. Questo spiegherebbe come mai e’ deserto.

[modifica] La chiusura del blog

In un giorno di aprile del 2014, vale a dire poche settimane dopo l’apertura di questa pagina, Uriel ha deciso di chiudere il proprio blog. Mantiene comunque il proprio forum, a cui si puo’ accedere solo se gli si presenta il curriculum vitae corredato da foto nuda della propria madre. Uriel conserva quindi l’importante (per lui) potere di bannare.

Analisti internazionali sono al lavoro per ricostruire la vicenda. Desta comunque perplessita’ tra gli inquirenti che Uriel, capace di prevedere movimenti di truppe russe e spostamenti di leader talebani che sfuggono ai servizi segreti americani ed israeliani e di stabilire con esattezza la data di crisi finanziarie, non abbia potuto prevedere che tutti i palloni gonfiati prima o poi incontrano uno spillo (proverbio croato-persiano-siculo-ferrarese).

Dal canto suo Uriel accusa due o tre multinazionali, l’Internazionale nera degli stalker, le tre famiglie che governano la politica italiana (di cui due ebraiche, ma lui non e’ antisemita), gli indipendentisti veneti, il movimento dei forconi, il movimento arancione, gli ultras della Spal, la Federpizza e tutti quelli che non apprezzano Angela Merkel. Insomma, la solita roba.

[modifica] Il Pensiero Urielliano

Quote rosso1 Mi scrivono/Ricevo email. Quote rosso2

~ La Posta di Uriel
Quote rosso1 E io mi scopo tua madre. Nel culo. Quote rosso2

~ Uriel nel caso si provi a contraddirlo
Quote rosso1 Aha. Isn’t it? Quote rosso2

~ Tipici segni di interpunzione urielliani
Quote rosso1 Il mio blog combatte la saccenza con l’onniscienza. Quote rosso2

~ Uriel sulla modestia
Quote rosso1 Voi siete Nulla, Niente e Nessuno perché io sono TUTTO. Quote rosso2

~ Uriel su persone, animali e cose
Quote rosso1 Il culo di tua madre, il mio cazzo. Quote rosso2

~ Uriel sul valore della famiglia tradizionale
Quote rosso1 Presto saltera’ fuori uno piu’ negro di te. Quote rosso2

~ Uriel sulla teoria matematica del caos applicata al mercato del lavoro
Quote rosso1 L’Euro è un crimine contro l’umanità e l’Unione Europea andrebbe processata come a Norimberga. Quote rosso2

~ Uriel quand’era residente in Italia
Quote rosso1 L’Euro è una grande cosa e l’Unione Europa è indispensabile per sopravvivere, chi le contesta è un povero imbecille e Darwin sa già quale sarà il suo destino. Quote rosso2

~ Uriel dopo essersi trasferito in Germania
Quote rosso1 Dopo l’incantesimo, vidi uova di pasqua volanti rivelarmi il futuro Quote rosso2

~ Uriel ai tempi in cui gestiva un sito esoterico/pagano e di storie strambe
Quote rosso1 Le Onlus sono inutili perché quando andavo in marina TUTTE le volontarie di Onlus erano cannaiole che si scopavano i negretti. E comunque basterebbero 5 minuti di sbarramento di artiglieria per distruggere qualsiasi pollaio costruito da Onlus. Quote rosso2

~ Uriel mentre spiega la vita vissuta
Quote rosso1 Sono laureato in ingegneria informatica Quote rosso2

~ Uriel nei curriculum dell’epoca
Quote rosso1 Sono laureato in informatica Quote rosso2

~ Uriel sul suo forum
Quote rosso1 Sono laureato in matematica Quote rosso2

~ Uriel sul suo blog
Quote rosso1 Error 404 Page not found Quote rosso2

~ L’archivio dei laureati dell’università di Bologna cercando il suo vero nominativo di battesimo

[modifica] Uriel e gli umanisti

Anzitutto, è da premettere che l’unica cosa degna di nota mai prodotta da umanisti e latini è l’aggrotech messicano (che, assieme a quello teutonico, è anche l’unico genere musicale che valga la pena di ascoltare).

Gli umanisti studiano lettere, filosofia, pedagogia, psicologia, sociologia e filologia romanza; tutte materie che non servono a nulla se non a foraggiarne i teorici e a far loro gonfiare il petto d’orgoglio fine a se stesso perché fanno gli insegnanti precari rovinando intere generazioni e rendendo l’Italia un paese privo di futuro.

Tuttavia, nonostante gli studi umanistici, gli umanisti non sono ancora in grado di lavorare cinque giorni la settimana per otto ore al dì – al servizio di un’azienda IT tedesca – riuscendo, nello stesso tempo, a scrivere quasi due mega-pipponi quotidiani sul blog nonché a gestire lo spazio forum rispondendo ai fruitori dello stesso con ulteriori mega-pipponi. A coloro i quali si chiedono come ciò sia possibile, tenendo conto dell’attività professionale svolta, Uriel risponde sostenendo che si tratta solo di saper scrivere con la giusta velocità e che, di conseguenza, ogni illazione sulla sua presunta perenne “mentulam for” è priva di ogni fondamento.

I sociologi e gli economisti sono i peggiori, giacché sono in realtà umanisti che mascherano la loro farloccaggine dietro a una pseudoscienza che getta ombra sulla vera scienza, quella dell’IT. Per tal motivo, Uriel fa sempre attenzione, saggiamente, ad evitare di parlare d’economia, sentiero che porta inevitabilmente a formulare teorie bislacche senza passare dal via. I sociologi inoltre non hanno mai letto Baudrillard e Pareto come invece ha fatto il Fanelli, e quindi non capiscono un cazzo. Non è un caso che provengano spesso dal mondo latino e non da quello, incomparabilmente superiore, dei neandertalensi. I quali bannano tutti.

[modifica] Il pensiero economico di Uriel

La dottrina economica di Uriel e’ nota tra i cultori della fantascienza come apocalittica coloblasta.

Uriel sostiene che il Paese in cui si trovano i suoi lettori ed adoratori, l’Italia, verra’ travolta entro tre anni da una apocalisse finanziaria ed economica: schiere di famiglie si troveranno ridotte alla fame, le giovani donne finiranno a prostituirsi, i giovani daranno via il culo ai ricchi, e turisti tedeschi nati a Ferrara si scoperanno nel culo le vostre madri. Per poter mantenere plausibilita’ alla sue previsioni, Uriel Fanelli periodicamente sposta in la’ nel tempo la data della catastrofe. Questa abitudine, unita alla bannatura degli interlocutori, fa si’ che il tempo medio di permanenza degli utenti nel forum di Uriel sia mediamente di due anni, con tendenza alla diminuzione.

La maggioranza delle persone normali impiega infatti pochi mesi a mandare il Fanelli a quel Paese. Che non e’ l’Italia, perche’ a Uriel non interessa l’Italia, perche’ l’Italia e’ finita e infatti Uriel lo scrive in italiano. E se vi sembra una cazzata, vi banna.

[modifica] Uriel e l’ortografia

Anche se nei numerosi messaggi registrati che ammannisce ai suoi fedeli, si esprime con un pesante accento bolognese (avete presente Andrea Roncato? Ecco, peggio) Uriel si vanta di parlare un italiano da expat, cioe’ zeppo di errori. Gli errori ci sono. Ma il fatto di aver passato pochi mesi in Germania non c’entra nulla. Uriel parla e scrive come un nerd bilioso e prolisso prima dell’invenzione degli SMS, e questo perche’ e’ un nerd bilioso e prolisso rimasto fermo al periodo in cui non esistevano i cellulari e lui smanettava con un Amiga, cioe’ la sua adolescenza spesa in provincia di Ferrara. In quel mitico periodo, quando si e’ formata la sua personalita’, lui ha imparato che l’ortografia è solo una convenzione priva di alcun contenuto semantico a cui aderiscono esclusivamente gli umanisti. Di conseguenza, lui che e’ un tecnico ha la liberta’ di scrivere “un altro” e “qual è” con l’apostrofo. E vi banna.

Le conclusioni di questa teoria hanno portato Uriel a creare una nuova grammatica libera e radicale il cui scopo è offrire formule linguistiche copernicamente rivoluzionarie per esprimere concetti un tempo inesprimibili.

Seguono alcune applicazioni.

Lo “Strapassato defunto” – Lo strapassato defunto si usa quando il trapassato remoto non basta più ad esprimere un’azione in quanto essa è ancora più remota del trapassato remoto stesso. Ad esempio, qualora si debba illustrare un fatto successo moltissimi secoli fa, si può impiegare lo “strapassato defunto”.

“Io fui stato” – trapassato remoto. “Io fii” – strapassato defunto.

E ancora:

“Io ebbi scopato tua madre all’interno del culo” – trapassato remoto. “Schippii tua madre all’interno del culo” – strapassato defunto.

Vi è poi l'”apocalittico”, ovvero quel tempo da coniugare per un’azione che è al di là del futuro anteriore, ma proprio UN SACCO più avanti nel tempo. L’umanista medio, in questo caso, si trova in impasse. Ecco allora che ci si può esprimere attraverso l'”apocalittico”.

ESEMPIO:

“Io sarò stato” – futuro anteriore. “Io sarò sarante” – apocalittico

E ancora:

“Io avrò scopato tua madre all’interno del culo” – futuro anteriore. “Io sarò scopante l’interno del culo di tua madre” – apocalittico.

La sintassi del periodare urielliano si basa su un presupposto di natura coloblastica, esprimibile in due parole: Vi banno.

[modifica] Uriel e le donne

La frequentazione intensa con il genere femminile, ha permesso a Uriel di scoprire che il maschilismo non esiste. Ci sono voci contrarie, ma lui le ha bannate, e adesso per provare che una donna sia discriminata sul lavoro o in altri settori dovete provvedere una dichiarazione in triplice copia, carta bollata e ceralacca in cui TUTTI GLI UOMINI DEL MONDO dichiarano di odiare una donna, la sua madre, la sua nonna e la sua figlia. E devono seguire tre miliardi di firme: se anche un solo maschio vivente non firmasse la lettera, tu donna non potresti provare un cazzo. Per le sue opinioni sulle donne, Uriel Fanelli è stato insignito di laurea ad honorem in Gender Studies dall’università di Riyadh. (pare si tratti dell’unica laurea che ha ottenuto, ma ha poi bannato il rettore).

Uriel apprezza le donne in carne, note come BBW (Big Beautiful Woman) o trippochiappone. Non c’e’ nulla di strano in questo genere di gusto, se non che’ per Uriel chiunque abbia gusti diversi e’ un pervertito, un omosessuale e un maschilista. Certo, il maschilismo non esiste. Vedete una contraddizione? Vi banna.
La donna con culo e tette che vedi da Google Maps è una donna adulta, donna madre, mette l’uomo in soggezione, e per questo piace solo ai veri maschi; chiunque altro è una neotenia che non vuole crescere: la donna che abbia meno della sesta è da pederasti. Come dite, la stragrande maggioranza della popolazione maschile trova attraente sia Emilia Clarke che Christina Hendricks che le modelle dei fitness magazine? Impossibile, gli insiemi non si intersecano. Mai. Rispettate le leggi matematiche, farlocchi umanisti.

Oltre ad apprezzare questo genere di nicchia, Uriel si e’ scopato vostra madre. Nel culo. Questo non ha nulla a che fare con il fatto che con sua madre non parla da decenni. In altre parole, e’ stato bannato da sua madre.

[modifica] Uriel e la maternità

Uriel si definisce bisessuale: ma questo non significa che sia attratto da entrambi i sessi, ma che lui È ENTRAMBI I SESSI. Per questo può insegnare alle donne cosa significa partorire.

In ogni caso, il fatto che una donna sia nervosa o preoccupata prima del parto è segno della completa e totale inferiorità delle donne moderne. Il periodo storico in cui l’essenza femminile fu più realizzata è la preistoria, quando le donne erano brave a raccogliere erbe. Da lì in poi, un declino.

[modifica] Uriel e la gastronomia

Uriel ha una certa predilezione per lo stracchino.

Turisti tedeschi vengono in Italia e ne apprezzano il vino. Per Uriel si trova in Germania un ottimo lambrusco, che gli induce allucinazioni. Nel corso delle quali scopre che il lambrusco tedesco e’ migliore di quello italiano. Per via di una tradizione vinicola che risale all’epoca di Neanderthal, quando il vino veniva accompagnato da erbe accuratamente scelte da donne che conoscevano il loro posto nella societa’ e nella natura.

[modifica] Uriel e gli americani

Secondo Uriel tutti voi siete dei farlocchi: non vi siete accorti che gli americani sono i nuovi nazisti, perché hanno il complesso della cultura fisica, hanno la fissa per l’azione e creano un totem nemico esistenziale a cui contrapporre la loro identità che non sbaglia mai – al limite diranno che è colpa degli altri che li ostacolano o non li ascoltano. Poi nella vostra farloccheide in doppio petto, sempre secondo il suo pensiero, siete liberi di continuare a seguire questi esaltati con la sindrome del cowboy che pensano di spadroneggiare solo perché hanno la pistola più grande, avrete solo dei nazisti in possesso di armi nucleari prima o poi.

Uriel è giunto a questa profonda riflessione dopo aver spiegato per anni che noi siamo codardi che hanno dimenticato cosa significhi l’onore (ché altrimenti saremmo già insorti contro i nostri governanti), che le donne molto in carne sono un vero ideale di bellezza perché hanno sostanza, che lui è stato un buttafuori sottufficiale di marina sfondatore di culi negli sport di combattimento nonché praticante di body building, e che i tecnici e i matematici come lui sono vittime di umanisti, socialisti, provinciali etc. i quali contribuiscono a distruggere la felicità e a non far ascoltare i consulenti, veri competenti. E che bisognerebbe armare 10.000 motociclisti per marciare su Roma e sfasciare tutto il parlamento.

E bannare tutti.

[modifica] Uriel e la logica

Quote rosso1 Gli umanisti sono farlocchi perché ignorano i dati matematici sostituendoli con le loro congetture mentali, i socialisti invertono cause ed effetti nonostante le evidenze empiriche, i complottisti poi si inventano teorie senza nemmeno prove a sostegno per giustificare il loro fallimento esistenziale Quote rosso2

~ Uriel spiegando la Teoria della montagna di merda, e nei post su altri nemici della felicità
Quote rosso1 Dove arriva la logica, non c’è bisogno di prove Quote rosso2

~ Uriel spiegando che se il PD è nelle mani di De Benedetti e il centrodestra in quelle di Berlusconi, il M5S deve per forza essere nelle mani di Agnelli/Elkann

Il Divino Urielma è un matematico, ingegnere informatico e scienziato dalla logica di ferro. In effetti, il mondo può essere per lui spiegato unicamente seguendo le leggi della logica matematica, pena lo scivolare in puttanate e farloccaggini da umanisti.

La sua scuola di pensiero è quella del pragmatismo positivista e delle rasoiate d’Occam. Come da lui dichiarato, ammiccando al Ludovico Wittgenstein,

Quote rosso1 Delle cose in cui non si è addentro, non si riesce a parlare. Quote rosso2

Ed infatti l’Uriele è stato matematico, sociologo, hacker professionista, sacerdote wiccano, ingegnere, buttafuori, ufficiale della Marina, organizzatore strategico di Putin, pornodivo, Ministro senza portafoglio, membro del Comitato esecutivo della BCE, inviato d’assalto in Siria e Crimea, precettore di Socrate, consulente di Ridley Scott per la sequenza iniziale de Il Gladiatore, e tutto il resto che non può essere ricordato per motivi di spazio, quindi come vedete tutto fila liscio.

Uriel logico

Uriel, dichiarando la sua natura wittgensteiniana.

La logica e la scienza sono talmente potenti e universali da non avere bisogno dei fatti:

Quote rosso1 Dove arriva la logica, non c’è bisogno di prove. Quote rosso2

Un esempio concreto: come sappiamo, il PD risponde ai poteri di lobby di Carlo De Benedetti, mentre il cdx è nelle mani di Silvio Berlusconi. Dunque è ovvio e lampante che l’altra forza politica di successo nel 2013, il M5S, sia nelle mani della famiglia Agnelli/Elkann. Solo un farlocco ritardato potrebbe non arrivarci.

Uno dei fondamentali bastioni della logica scientifica è il cambiare posizione se i fatti la smentiscono, come ben ci ricordavano personaggi del calibro di Popper o Russell. Uriel, che non ha nulla da invidiare a costoro grazie alla sua “mente superiore e un modo di ragionare frattale” (sic), si attiene fermamente a tal principio intellettuale. Ad esempio, dopo aver sostenuto che i giovani italiani sono disoccupati e inoccupabili per loro stessa colpa, a causa del ritardo mentale congenito dovuto all’essere non solo nati umanisti ma perfino terroni d’Europa, e dopo che | i dati OCSE 2013 hanno reso palese come le cose stessero piuttosto diversamente, Uriel ha correttamente aggiustato il tiro scrivendo che i dati confermavano ciò che ha sempre detto, ovvero che i giovani italiani sono farlocchi inoccupabili che devono morire in miseria e infatti, giustamente, così accadrà. Pulito, chiaro, Recoaro.
Uriel, da scienziato qual è, è anche un fiero difensore di Darwin, che non manca di citare ad minchiam ogni due per tre. Il contributo del Carlo Darwin all’umanità viene da Uriel interpretato così: “sei scemo? Muori. hahaha, Darwin!”, “hai deciso di nascere in Italia? Muori. hahaha, Darwin!”, “ti hanno aperto l’auto e fottuto l’autoradio perché non l’hai tolta prima di scendere? Han fatto bene, magari peggio. Muori. hahaha, Darwin!” , “sei un tecnico italiano emigrato in Germania che viene blastato via dal posto di lavoro perché assumere e istruire un giovane costa meno che mantenerti? T’inculi. Muori in miseria. hahaha, Darwin!” (uhm). Nel momento in cui una scelta sbagliata (ipotesi tuttavia puramente astratta), gli eventi o la semplice sfiga dovessero invece colpire negativamente l’Uriel, chiaramente Darwin non c’entrerebbe nulla: sarebbe tutta colpa nei nemici della felicità, dei farlocchi, degli umanisti, degli americani, dei sindacalisti, etc.
Uriel è inoltre un grande difensore delle libertà sessuali individuali, sbandierate in prima persona con racconti su orge ambosesso nella provincia che l’ha visto crescere, o monosesso | durante il periodo in Marina in mezzo a molti aitanti maschioni. Allo stesso tempo, è anche un grande ammiratore e difensore dialettico dell’amico Vladimir Putin e della valorosa società russa che conduce. Come dite, vi pare una contraddizione? Ah ah, come no, questo è perché siete dei farlocchi pivelli umanisti. Vi banno.

[modifica] Uriel e i nazifascisti

Uriel e’ ormai cittadino tedesco, e parla in tedesco, e pensa in tedesco, e scorreggia in tedesco, e legge stampa tedesca. Pero’ non e’ ancora riuscito a capire come sia possibile che il nazismo si sia sviluppati in un territorio popolato da un popolo meraviglioso come i tedeschi, sempre pronti ad imparare da culture diverse (vedi p. es. la straordinaria diffusione del bidet in Germania coincidente con la immigrazione degli italiani).

E’ probabile che c’entrino qualcosa gli ebrei, con la loro strana ed illogica fissazione di essere ebrei.

[modifica] Uriel e i tedeschi

Quote rosso1 Io e Uriel stiamo invadendo la Germania. Quote rosso2

~ Il Bidet

[modifica] Uriel e Putin

A un certo punto della sua vita, Uriel Fanelli ha subito una esperienza paranormale. Gli è apparso in sogno Vladimir Putin, che gli ha indicato la porta di un sommergibile. Uriel si è alzato nel sonno ed è entrato in questo sommergibile, dove ha rivissuto con la massima intensità le diverse avventure che sostiene di aver vissuto in Marina: orge pentasessuali, gare di surf con marine austriaci, balli angelici ed evocazione di uova di cioccolata. Al termine dell’esperienza Uriel era un po’ frastornato perché nemmeno si ricordava di aver raccontato frottole tanto elaborate. È stato quindi deposto nella Terra dove scorrono latte e miele, dove tutti i leader sono competenti e si avvalgono di consulenti informatici anche per decidere a che ora andare in bagno e dove non esiste alcuna persecuzione verso le minoranze etniche o religiose. Una voce scesa dal cielo gli ha comunicato che questo Paese si chiama Russia. Galvanizzato dalla scoperta, Uriel ha chiuso l’account di facebook, ma prima ha scritto un lunghissimo pippone sul fatto che veniva stalkerato. E ha riaperto un accont su facebook in cirillico, convinto di sfuggire in questo modo al monitoraggio di Big Pharma, CIA, FBI, Mossad, Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, CGIL Federpizza, che come è evidente non hanno di meglio da fare che controllare lui. Dal suo account facebook in cirillico, Uriel pubblicizza i nuovi post che pubblica nella DarkNet. Quando e se li pubblica. L’account infatti è silenzioso.

[modifica] Uriel, il razzismo e l’omofobia

Alcune malelingue accusano l’Uriel di prendere posizioni razziste. Queste persone sono ignoranti, dal momento che basterebbe ritrovare i post in cui il Fanelli in persona ci parla del suo stesso nucleo famigliare per notare quanto le sue radici e le sue preferenze siano aperte e multietniche. La madre del Fanelli è difatti slava, tuttavia anche ukraina, spesso dell’Est Europa generico, a volte calabrese, ma pure siciliana; la moglie invece non è italiana, viene dall’Est generico, e, nonostante un periodo da albanese ma anche slava della Calabria, decise infine di diventare russa.
Come si vede, il Fanelli e’ un chiaro discendente dell’uomo di Neandertal (senz’acca, lettera latina e quindi farlocco-umanista).
E’ importante chiarire che Uriel non e’ antisemita. Sono gli ebrei che continuano ad essere tali, nonostante tutto l’aiuto che Uriel fornisce loro per aiutarli a diventare come lui: consulenti informatici dalla minchia integra, che invece di essere nazionalisti si accontentano della protezione di Putin, il quale e’ anche un grande amico dei gay.
Purtroppo, gli ebrei vogliono mantenere la propria identita’, e sono quindi colpevoli delle sventure che capitano loro addosso.
E vi banno.

[modifica] Reazioni di Uriel alla lettura di questa pagina

Quote rosso1 Chi e’ stato? Il Vaticano? La CIA? Gli israeliani? Hezbollah? Il sindacato? La NSA? Vi banno tutti, finche’ non mi dite chi e’ stato! E prima di riammettervi dovete mandarmi di nuovo il curriculum! Quote rosso2

~ Disclaimer all’apertura del forum
Quote rosso1 Ecco la prova che mi vogliono stalkerare. E siccome lo negano significa che ho ragione. E anche se mi dicono che il problema e’ il mio tono, ma ho ragione nei contenuti significa che … occazzo Quote rosso2

~ Messaggio su Facebook in cirillico, tradotto con Google translator
Quote rosso1 Chi ha scritto questa roba? Devono essere quelli a cui ho detto che ero bisessuale assieme a quelli che conoscono mia moglie. E poi ci sono quelli a cui ho raccontato del mio servizio in Marina dopo la laurea in ingnegneria, anzi no matematica, anzi no economia. Quote rosso2

~ Uriel su twitter
Quote rosso1 Ora metto un redirect in parallasse coloblasta uninominale, cosi’ che chiunque arriva al mio blog partendo da Nonciclopedia finisce poi su un sito pieno di cazzate ridanciane con citazioni accurate del mio pensiero. Tipo Nonciclopedia. Quote rosso2

~ Disclaimer sul blog
Quote rosso1 Ho chiuso il blog per colpa degli stalker. Quote rosso2

~ Post sul blog, a cui seguono altri post. Insomma, una balla
Quote rosso1 Non può essere, si sono accorti che mi contraddico, li banno. Come sarebbe a dire “già fatto”? Non ti permettere, sai? Ti banno. Quote rosso2

~ L’infallibilità della Fornella

[modifica] Seriamente, terroni

Quote rosso1 Se ti pendono per il culo, vuol dire che c’e’ una comoda maniglia Quote rosso2

~ Uriel, profetizzando questa pagina

Per quanto Uriel si ritenga una persona eccezionale ed ami circondarsi solo di adulatori (come tutti gli insicuri), bannando il resto del mondo, e’ una persona del tutto normale, con i suoi alti e bassi, proprio come la totalita’ del genere umano, che e’ un insieme a cui appartiene anche lui, suo malgrado. Come tutti, a volte non tira fuori farina dal suo sacco, altre volte va interpretato, altre volte dice proprio delle robe inesatte o persino delle palle.

E’ divenuta famosa la storia dei redirect porno dopo che ne ha parlato axlman qui in più commenti sul sito di Paolo Attivissimo, dove e’ stato fatto notare anche il suo colpevolizzare genericamente qui. Charly fa notare la sua confusione qui, il suo elucubrare senza dati qua e fa un altro commentino breve nel finale di qui. Meno rigoroso ma piu’ divertente, Pallequadre ha sbroccato su di lui qui. nahum, che lo conosce da tempo, si diverte a segnalare le contraddizioni e le sparate. Anche Johnny Cloaca fa notare i suoi pasticci, mentre uno spaccato dell’attività gastronomica urielliana è disponibile qui. Da non dimenticare l’urielorama.

La satira verso i superbi, o lo sfottere quelli che ritengono di avere l’ultima parola su tutto lo scibile ed oltre, e poi diventano vittime non appena gli si segnala che, come tutti, anche loro possono sbagliare, sono comportamenti del tutto umani. Chi, pur essendo un mortale e fallibile essere umano, commette esattamente gli stessi errori che considera imperdonabili e gravissimi negli altri diventa automaticamente oggetto di satira e parodia. Questo perlomeno succede in tutti i Paesi in cui c’e’ la liberta’ di espressione (in Russia, ecco: forse no), e quindi succede anche ad Uriel.

Che pero’ ritiene che esista un complotto tra stalker e Big Data al solo scopo di distruggergli la felicita’. E vi banna. E isn’t it?

[modifica] La fine

Nell’anno del signore 2014, il giorno quarto del mese di aprile, il patriota calabro-teutonico-ferrarese, affamato e soverchiato per numero, sfidò il campo della DarkNet. Si battè come consulente guerriero. Si battè come un umanista. E infine, si guadagnò la libertà.

In poche parole [vedi sopra] ha disattivato tutto il suo blog, proclamando che misteriosi nemici della felicità hanno addirittura preso di mira la sua famiglia; dato che poche ore prima aveva praticamente dato dei ritardati a slavi, veneti e indipendentisti, e che a detta sua alcuni di questi avevano già sbroccato sul suo forum, si sospetta che qualche leone da tastiera del nordest si sia offeso e gli abbia mandato qualche minaccia. Strano però che possano risalire alla sua identità reale e alla sua famiglia. A meno che in realtà… beh, magari qualcosa ha offeso Uriel e lui ha pensato che l’autore sia stato qualcuno che conosce di persona e che sarebbe a conoscenza di dettagli della sua vita reale che il popolo della rete non può conoscere.

In ogni caso vergogna a chi ha offeso la sua famiglia, però non possiamo non dire che Uriel… è stato bannato.

[modifica] Collegamenti esterni

Test: sei U. Fornelli?

Sei U. Fornelli? Rispondi onestamente alle domande e scoprilo da solo.

1. Qualcuno non è d’accordo con quello che scrivi sul tuo blog, come reagisci?

a. Leggo quello che ha da dire e gli rispondo argomentando.
b. Non ho un blog.
c. Mi chiedono come reagisco quando i punti di vista divergono. Se qualcuno dovesse avere punti di vista diversi dal mio, lo banno perché, prima di scrivere, mi documento sempre e, anche quando dico qualcosa di assolutamente opinabile, è comunque vero perché la mia opinione, come si sa, è il Verbo. Ficcatelo in testa: io non ho opinioni, gli altri sì, io invece, quando parlo, lo faccio perché ho studiato, non come l’ottantacinque percento degl’Italiani che si sono arresi e sono dei vigliacchi rassegnati che hanno perso il treno per Dusseldorf, anzi per la Via Lattea. Come quali sono le mie fonti? Guglatelo da solo ché non mi scende il culo di fornirtele dato che, quando me lo hai chiesto e ho dato un’occhiata, non ho trovato un cazzo perché mi sono inventato tutto di sana pianta. Comunque la mia opinione vale più di qualsiasi altra perché io so tutto. Io sono Fornelli, voi non siete un cazzo. Vi banno.

2. Cosa pensi del corpo insegnante italiano?

a. Fanno il loro lavoro, chi bene e chi male; come in tutti i campi ci sono persone competenti e somari.
b. Alcuni dovrebbero essere mandati sui campi.
c. Mi scrivono per sapere cosa penso degli insegnanti. Sono solo un branco di bestie ignoranti che non sanno parlare la lingua del proprio paese. Gente del genere rovina la gioventù. Le maestre sono tutte stronze, hanno la sindrome di down. I presidi sono spastici. Tutti. È a causa loro se l’ottantacinque percento degl’Italiani sono esseri abbietti, perdenti rassegnati! Tutto perché questa feccia è ovunque! Siamo circondati da bestie sessantottine che non sanno cosa sia la meritocrazia. SIETE DELLE MERDE! E NON SAPETE PARLARE ITALIANO! MERDE! VIGLIACCHI! CAPRE!

3. Ooooocchei. Senti qua, come si scrive “un altro”?

a. “Un altro.”
b. “Un altro.”
c. “Un’altro.”

4. E “qual è”?

a. “Qual è.”
b. “Qual è.”
c. “Qual’è.”

5. Parlami dell’università italiana.

a. Fornisce, tutto-sommato, una buona preparazione sia in ambito scientifico che umanistico, purtroppo negli ultimi tempi non si è investito molto nella ricerca ma, con i tempi che corrono, è difficile ricavare le risorse necessarie.
b. Mi fido di un medico italiano allo stesso modo in cui mi fido di un medico svizzero.
c. Mi chiedono cosa penso dell’università. Lammerda. Baroni. Raccomandati. Schifo. Tutto uguale in ogni ateneo. E le facoltà umanistiche non servono a un cazzo, ci vanno solo i somari che non sono in grado di capire la matematica. Ma comunque, in generale, le università italiane sono lammerda.

6. Sei laureato? Se sì, in cosa?

a. Sì. Ingegneria meccanica.
b. No.
c. Nel forum mi chiedono della mia educazione. Mi sono iscritto a matematica e mi sono fatto un culo così. Also, nel frattempo, lavoravo. Ho fatto il buttafuori, il tassista, il muratore, l’allevatore, il percussionista napoletano, il fattorino, l’astronauta, il geologo, lo studioso della psicologia della donna e, a proposito, la psicologia è una falsa scienza e non serve a un cazzo. Ogni scuola psicologica dice le sue stronzate ma non si arriva mai a una conclusione, un cazzo di niente. Per esempio il comportamentismo, no? Pavlov sosteneva che, dati determinati stimoli, si ottenevano risposte fisiologiche di tip(…) (seguono altre cinquanta righe di copia-incolla da wikipedia), a-ha! Ma poniamo che la nerchia del bukkake antani sia limitatamente sincategorematica alla nerchia proporzione A sta a BI come MU sta FA, is it?

7. Ok. Ma sei laureato, sì o no?

a. Mi pare di aver già risposto.
b. Ho detto di no.
c. Google!

8. Parli inglese?

a. Me la cavo.
b. Solo qualche frase molto semplice.
c. Mi scrivono per sapere se l’inglese è una competenza fondamentale Per quanto mi riguarda, sono in grado di fare una presentazione di un prodotto o di un argomento senza particolari problemi. Posso dire di essere più fluente in inglese di molti laureati in lingue italiani che, quando si trovano al di fuori della loro coNfort zone, inciampano e fanno la figura dello scroto allungato.

9. Ok, che ne dici di fare una breve presentazione di te stesso, di quello che fai per vivere, dei tuoi hobbies. Insomma, dimmi quello che vuoi in inglese.

a. Hello, my name is Ciano Manubrio, I’m an engineer, and I work as a project manager for an American company. I like fishing, swimming and reading. Oh, I’m into music, I studied the piano for a few years but, at one point, I had to quit because I went to university and I couldn’t bring my piano along so I picked a cheap guitar. I’d strum it every evening before going to bed, it was good fun.
b. My name is Astro Baule and I’m an accountant.
c. You is making stupid questions, I have not responding. But because you are domanding this? Why you want provockhe me. But I are not stupid, unlike you all is… are! Is it? You is in Italy! Why you is perdent and resigned! I are in Doucheland… cioè no… Alemagnaland… Germany! Why I aren’t looking my female son on the eye and shame me! No! Does it? And, by the way, we all live in a yellow submarine, I can get no satisfaction, smoke on the water and, soprattutt, OKLAHOMA!

10. Come si fa bollire l’acqua?

a. Ne versi la quantità che ti serve in una pentola, la metti sul fuoco e aspetti che bolla.
b. La metti sul fuoco.
c. Mi scrivono per sapere come far bollire l’acqua. Ora, qualche anno fa, mentre mi trovavo in Siberia per alcune ricerche geologiche sul bolide che colpì Tunguska, avevo alcuni blocchi di ghiaccio da sciogliere ma, essendo la Siberia un luogo non esattamente troppo ospitale e non essendovi alcun genere di fonte di calore nelle vicinanze, dovetti assicurarmi di essere in grado di arrangiarmi comunque. Ora, se io fossi stato l’italiano medio che va all’università e si laurea in lettere moderne, avrei dato colpa all’inospitalità del luogo e equitalia. Aha… invece, dopo aver raccolto attorno a me alcuni frammenti di legno secco, cominciai a sfregarli l’uno contro l’altro ma non riuscii a combinare un cazzo. Così mi sdraiai sulla neve e cominciai a muovermi per fare segnali dato che sapevo che quel luogo era sulla traiettoria di uno dei satelliti artificiali che orbitano attorno al pianeta. Poi, assieme a una strega, abbiamo esorcizzato un ragazzo del luogo che era posseduto dal demone Baal e non m’invento mica un cazzo. Per la cronaca, ho fatto insieme ad una strega la stessa cosa che fa amorth, senza bisogno di invocare cristo e ha funzionato prima e senza tutte quelle tragedie che dice lui (cit.; dico sul sul serio, non m’invento un cazzo: CIT.!).

11. Ti ritieni dotato di senso dell’umorismo?

a. Nessuno mi evita, ogni tanto dico qualcosa di divertente. Mi pare di andare d’accordo con tutti.
b. Chi mi conosce, dice che sono una persona abbastanza divertente. Spero che non lo dicano per farmi capire che sono un pagliaccio, hey!
c. Sono simpaticissimo! E mi piace fare scherzi! Le zingarate!!! Ho scritto anche il manifesto degli Sturmi!!! 🙂 Ah, ti ho raccontato di quella volta che abbiamo perculato il Sizzi? 🙂 Da morir dal ridere! Lo abbiamo zingarato un sacco, io e gli sturmi!!! E lui se l’è bevuta fino in fondo!!! E quando gli abbiamo detto che era uno scherzo, lui ha detto che l’aveva capito da un sacco. E poi abbiamo anche zingarato Galatea! E il sito di Vendola! Ah, quante ne abbiamo fatte! AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA! Che ridere!

12. Qualcuno ti prende in giro bonariamente per una tua debolezza, come reagisci?

a. Mi dà un po’ fastidio ma non me la prendo. Cerco di sorridere, spero che non si esageri e mi riprometto di fare altrettanto quando l’occasione si presenterà.
b. Ahahahaha, brutto stronzo! Me la paghi, ahahahahahahahahahahahaha! Vaffanculo, ahahahahahahahaha!
c. Come? Cosa significa che le foto di donne nude che posto sul mio blog ritraggono delle trippochiappone? Come sarebbe a dire che le tette arrivano al marciapiede, che hanno i trigliceridi sballati e che sudano stracchino? Cosa sono queste stronzate? Sì, hai capito bene! STRONZATE! Ah sì? Guarda che può essere che io mi sia scopato quella troia di tua madre, ok? Anzi, sicuramente me la sono scopata! Nel culo! Non sto scherzando! Non mi viene da ridere un cazzo! Come osi criticare i miei gusti sessuali? Ah-ah-ah, che ridere che fai. Sei davvero simpatico come un pugno sui coglioni. Mi sono scopato tua madre nel culo! Stronzo.

13. Una tua conoscente ti fa sapere che aspetta un bambino, è entusiasta di diventare madre. Come reagisci?

a. Le faccio le mie più sentite congratulazioni e le dico di tenermi informato. Sono felice per lei. Non riesco a smettere di sorridere.
b. Fantastico! Gran bella notizia! Congratulazioni!
c. Diventare madre significa cedere il proprio corpo a un altro. La società cerca di farti credere che sei pienamente padrona del tuo corpo solo quando diventi madre, in realtà è l’esatto contrario. Il parto, tutto ciò che lo precede e lo segue sono privazione di libertà per la donna. La cultura cattolica che pervade la vita privata italiana ha portato a questo. Crediamo a menzogne che ci vengono inculcate fin dai tempi del (…) (seguono altre cinquantasette righe di megapippone socio-sbroccotronico.)

14. Stai per tornare nella scatola?

a. Come?
b. Non capisco.
c. No, non ci voglio tornare nella scatola! NON VOGLIO ANDARE NELLA SCATOLA! NOOO! LA SCATOLA NO!!! NON MI METTERE NELLA SCATOLA! SONO BUONO! NOOOO! LA SCATOLA NOOOOOOO! NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!

Risultati:

Prevalentemente risposte “a” – Non sei U. Fornelli.
Prevalentemente risposte “b” – Nemmeno tu.
Prevalentemente risposte “c” – Hey, hey, hey! Benvenuto, Fornelli! Anche se Scassonio-BastaConLaDroga pensa che tu sia nient’altro che un miserabile cazzone arrogante cazzaro incazzoso invidioso pagliaccio permaloso che vorrebbe essere Appeppe Krilla ma non gli regge la pompa, Gesù ti vuole bene lo stesso e ti ritiene un capolavoro di essere umano; lui sa che tu hai fatto il buttafuori, che hai abitato in Sicilia, che hai fatto il perito informatico per svariate procure della Repubblica, che hai conosciuto il mondo dell’editoria italiana e ne sei rimasto schifato, che hai collaborato con importantissime società IT di tutto il mondo, che sai cosa significa partorire perché l’hai fatto, che in Italia avevi un lavoro che molti invidiano e che, quando l’hai lasciato, tutti si chiedevano perché stessi facendo una cazzata del genere ma tu, in realtà, la sapevi più lunga di loro e un giorno riderai… ah, se riderai! Sai le risate che ti farai? Perché TU queste cose le avevi dette, ah se le avevi dette! E adesso hai un lavoro di tutto rispetto in Germania, un’occupazione che ti permette di guardare dall’alto in basso quei poveri coglioni che sono rimasti in Italia e ti concede il lusso di tenere aggiornato il tuo blog; anche due-tre mega-pipponi al dì. Ma non è perché, in realtà, non combini una merda di niente tutto il giorno bensì perché TU sei multi-tasking, ok? Non è che fai il cameriere di sera in una pizzeria gestita da calabresi, ok? Quindi vai tranquo e sciallo ché altrimenti ti si iper-gonfiano le ruote dello skate. Bukkake, nerchia e tutto quanto. Ciao, Fornelli. Se dovessi scegliere chi buttare giù dalla torre tra te e Dio, sceglierei Dio.

oscar2

Ci sono ancora, ma non qui

So che c’è ancora qualcuno là fuori che si aspetta che aggiorni il blog e butti giù due righe; il fatto è che sono incredibilmente pigro e solo se un bastardo mi piazza un badile sotto il culo riesco ad alzarmi dal divano e tutto quanto. Pare che, alla fine, qualcuno sia riuscito a trovare una benna delle dimensioni giuste e a posizionarla sotto le mie chiappe. In poche parole, seguento questo link – http://sdangher.blogspot.it/2012/11/fatal-report-metal-camp-2009.html – chi è interessato/a potrà leggere un report scritto da yours truly.

Addenda: http://sdangher.blogspot.it/2012/12/fatal-report-dragonforce-huntress.html

A presto.

FASCISTA!

FASCISTA!

Questi sono gli italioti che affondano l’Italia rendendola italietta.

PS = Non faccio parte della “cricca” di Uriel Fornelli, pardon, Fanelli. Non conosco Uriel, non ci ho mai parlato assieme, non so che faccia abbia, non me ne frega niente di che faccia abbia. Tanto vi dovevo. Buona giornata a tutti/e.

Test: sei G@mb€r€tt@?

Rispondi onestamente alle seguenti domande e scoprilo da solo/a.

1. È un tiepido pomeriggio primaverile, il sole splende radioso, gli uccellini cinguettano e l’aria sa di fiori appena sbocciati. Il tuo vicino è seduto all’ombra di un albero nel giardino di casa sua e legge un libro di Terry Pratchett, cosa fai?

A. Leggere? A me la primavera fa tirare il cazzo, hey! E, adesso che ci penso, la mia ragazza sta facendo la doccia… hmmm… quasi quasi la raggiungo per fare un po’ di su e giù sotto il getto dell’acqua.
B. Pratchett è divertente, ne ho sentito parlare, gli chiedo di prestarmi il libro appena lo finisce.
C. Scuoto la testa schifata: leggevo “Mondo Disco” quando avevo dieci anni, anzi nove. Allora mi faceva ridere, poi sono cresciuta, ho letto centocinquanta manuali di scrittura creativa e un cazzigliaio di romanzi così, maturando come essere umano e come scrittrice, ho scoperto che Pratchett è una merda. Nella fattispecie: umorismo stantio, situazioni stereotipate e tutto il resto. Roba da mocciosi. Ergo il mio vicino è un coglione e non capisce un cazzo di una merda di niente di letteratura; mi verrebbe voglia di scavalcare il muretto per spiegargli per filo e per segno cosa leggere e per quali ragioni ma a che servirebbe? Quello è solo un rozzo imbecille e potrebbe darmi una scarpata in figa.

2. Hai 20 euro in tasca, come li impieghi?

A. Un paio di Kilkenny Cream, un club sandwich e una cosa nera al pub assieme agli amici. Poi, se ho ancora sete, cerco di farmi offrire qualcosa da loro promettendo di ricambiare la prossima volta.
B. Devo fare benza alla macchina.
C. Vado al Carrefour, faccio “ambarabà-ciccì-coccò” e compro un libro qualsiasi scegliendo tra Menozzi, Troisi e Falconi. Torno a casa e comincio a leggere. Dopo nemmeno mezza facciata, mi rendo conto che quello che ho tra le mani è solo un mucchio di merda e che, ancora una volta, ho buttato i soldi nel cesso. “È inammissibile!”, esclamo indignata. Quindi mi esalto perché so scrivere un sacco meglio di quelli, io! – Anche se nessun bastardo editore si sogna di pubblicarmi manco mezza sillaba perché scrivo di fatine guerriere e vaccate simili e, per di più, al presente indicativo… il che fa cagare squali incazzati la maggior parte del pubblico – Subito dopo mi deprimo e mangio un chilo e mezzo di Toblerone. Poi mi siedo al computer e perdo una settimana a sbrodolare una recensione per dare merda, nell’ordine, all’autore del libro, all’editore, all’Italia-paese-di-merda-dove-pubblicano-solo-chi-ha-conoscenze, e all’universo intero. Il tutto riportando passaggi decontestualizzati e corredandoli con un paio di litri di bava ciascuno. A lavoro terminato, riprendo a devastare la mia scorta di Toblerone attendendo i commenti entusiastici dei miei fans che mi ripetono, ancora una volta, che sono la più grande strafica della Via Lattea.

3. Qualcuno, nei commenti del tuo blog, si trova in disaccordo con le opinioni da te espresse perché, at the end of the day, di questo si tratta: nient’altro che di opinioni e giudizi personali. Come reagisci?

A. Ognuno ha diritto di pensarla come crede. Il mondo è bello perché è vario.
B. Mi piacciono le critiche costruttive, mi aiutano a crescere. Il civile scambio di opinioni è ciò che rende il mio blog interessante.
C. Non sei d’accordo con me? Ho capito bene? NON SEI D’ACCORDO CON ME??? IMPOSSIBILE! NON CAPISCI UN CAZZO PERCHÉ SEI SOLO UN GIGANTESCO PEZZO D’IDIOTA! NON HO RISPETTO PER TE! TU NON HAI LETTO TUTTI I TRATTATI DI SCRITTURA CREATIVA E DI STILE COME HO FATTO IO! OK? OCCHEI? IO LA SO UN SACCO LUNGA, ANZI: LUNGHISSIMA! OK? BRUTTO MUSO DI MERDA! STRONZO! AH, HO TRACCIATO IL TUO IP E TI HO BANNATO! TROLL DEI MIEI COGLIONI! ASPETTA CHE IL DUCA LEGGA QUELLO CHE HAI SCRITTO NELLO SPAZIO COMMENTI, POI VEDI COME TI FA IL CULO A STRISCE SUL SUO BLOG! STRONZO! COME OSI? LE MIE NON SONO OPINIONI! IL MIO È VERBO! È VERITÀ! ASSIOMI! STRONZO! CON ME NON SI DISCUTE, OK? IO HO RAGIONE E TU HAI TORTO, FINE DELLA STORIA. FIGLIO DI TROIA!

4. Dato che Natale si avvicina, un imprenditore locale ha deciso di regalare una decina di copie per ognuno dei romanzi della saga di Harry Potter alla biblioteca della scuola primaria che frequenta tua nipote di nove anni. Come reagisci?

A. È un’ottima iniziativa, i bambini adorano Harry Potter.
B. Una scelta perfetta per educare le nuove generazioni alla lettura.
C. Harry Potter! HA! E poi ci si chiede come mai in Italia la scena letteraria sia talmente pietosa, marcia e ridicola. Per forza! Harry Potter è una merda. Regalano Harry Potter ai mocciosi e poi quelli credono che si faccia così a scrivere. Brutte merde incompetenti! E poi ci si lamenta se tolgono i crocefissi dalle classi. Ma io un giorno riderò perché queste cose ve le avevo dette! Ah, se ve le avevo dette! Sai le risate che mi faccio?

5. Chi ha ucciso la mamma di Bambi?

A. Un bastardo con un arco e le frecce.
B. Non lo so, non ho visto il film.
C. Francesco Dimitri.

6. La tua vicina di casa ti ha chiesto di badare al suo bambino di un anno. Ti ha detto che il pomeriggio fa sempre un sonnellino. Tuttavia il pargoletto, non avvertendo la presenza della mamma, non riesce a prendere sonno e si mette a piangere. Cosa fai?

A. Gli parli dolcemente e sottovoce perché, anche se non capisce quello che dici, reagirà al suono della tua voce.
B. Lo metti sulla culla e lo dondoli dolcemente finché si addormenta.
C. Lanci un’occhiata al mini-stronzo allo stesso modo in cui si guarda una merda di cane spiaccicata sulla suola delle tue Timberland nuove. Gli dici di chiudere il becco perché tu la sai un sacco più lunga di lui dato che hai appena finito di leggere la terza edizione di “Self Editing For Fiction Writers” di Renni Browne e Dave King. Ma quel testicolino glabro in miniatura non smette manco per il cazzo. Allora dici al nano-Kojak che non sta frignando nel modo corretto perché ha uno stile di rompere i coglioni raccontato, non mostrato. Ma, nonostante le tue motivatissime argomentazioni, il nanerottolo friggi-ovaie non ci dà un taglio. A quel punto non ti resta altro da fare che soffocarlo con un cuscino, spargere un barile di benzina in sala da pranzo e dare fuoco alla casa.

7. C’è un mio amicoche vuole chiederti una roba: perché fatine sì ma zombie e vampiri no?

A. Eh?
B. Eh?
C. Perché non se le scopa nessuno, le fatine. È per solidarietà di specie.

8. La tua bocca si muove in modo irrealistico quando parli? In poche parole: è vero che, con la bocca chiusa, sei alta un metro e cinquantaquattro centimetri ma raggiungi la ragguardevole statura di un metro e novanta con la bocca aperta?

A. No.
B. No.
C. Sì.

9. La tua testa è piena di un sacco di stronzate e informazioni assolutamente fini a se stesse di cui non frega una merda di niente a nessuno?

A. No.
B. No.
C. No e comunque, se sfogli “The Craft Of Fiction” di Percy Lubbock, ci trovi scritto che non c’è arte finché la storia non è in grado di raccontarsi da sola: i particolari concreti (barba bianca, rughe, gobba, bastone) dicono al lettore che lo stronzo che si sta descrivendo è un vecchio di merda, non devi scrivere tu che è vecchio. Per esempio, supponiamo che io voglia descrivere la bocca di tua madre dopo che Peter North le ha ficcato dentro i suoi venti e rotti centimetri di carne, ok? Ho appena mostrato che tua madre è puttana, non l’ho detto. L’ho fatto capire per immagini, ok? Tua madre è una puttana. Tu scrivi di merda ma ti pubblicano perché sei amico di un amico di un amico. È sempre così, è una merda. Stronzo! Sfoglia Sugimori Nobumori, più noto con il nome di Chikamatsu Monzaemon che è stato un famoso drammaturgo giapponese, “lo Shakespeare nipponico”! Il saggio del 1738 Naniwa miyage riporta alcune considerazioni di Monzaemon riguardo la narrativa e il teatro. Per esempio si leg(blahblahblahblah).

10. Ti va di cantare una canzone assieme a me?

A. Ok! Uan, tu, tri… Osteria numero sette(…)
B. Re minore… Hey, teacher! Leave them kids alone!
C. VAFFANCULO!

Risultati:

Prevalentemente “A” – Non sei G@mb€r€tt@.
Prevalentemente “B” – Nemmeno tu.
Prevalentemente “C” – Weeeeheeey! Complimenti! Hai la rilevanza sociale di un pupazzo da ventriloquo, l’umore di una cubomedusa e sei simpatica come un pugno sui coglioni, razza di incommesurabile megera socialmente inadeguata che non sei altro. Ti senti una tale strafica a spargere merda su coloro che invidi, vero? Non hanno talento, scrivono come cagano, cagano come scrivono, sono dei fallimenti come esseri umani ma Mondadori gli pubblica un libro ogni sei mesi lo stesso. HA! Ma è perché sono raccomandati, sissignore! RAC-CO-MAN-DA-TI. Terry Pratchett è noioso, Douglas Adams non fa ridere, J. K. Rowling è una miracolata. Solo G@mb€r€tt@ ha un container di talento ma è incompresa nonché osteggiata dall’editoria mainstream perché dice come stanno le cose. Ridere? Praticamente mi sto pisciando una secchia di Paulaner Premium da solo e fanculo l’Oktober Fest. Ciao.

PS = Tutti qua subito: la ragionatissima recensione dell’opera di G@mb€r€tta ad opera di Kurdt.

Don Caspio (come il mare) contro Ulrike–Season one, episode two.

Don Caspio (come il mare) si piegò in avanti, afferrò l’orlo inferiore della tonaca lorda di erba con un gesto che ricordava le eleganti movenze di una prima ballerina (senza tutù, però) e, pazientemente, la arrotolò fino alla vita a rivelare un pregevolissimo paio di jeans di una marca che non citerò ma che costano almeno un paio di cento euri (potenza dell’otto-per-mille).

– “Stupida vacca!”, sibilò mentre, con lo sguardo, seguiva Ulrike che continuava ad allontanarsi da lui, “Non l’avrai vinta così facilmente.”

Il religioso infilò la mano all’interno della manica della tonaca e ne estrasse un cartone di vino bianco da quattro soldi che aveva acquistato un giorno prima con l’intenzione di usarlo per insaporire un pezzo di filetto di tacchino lessato. Con i denti sradicò un lembo di tetrapak, studiò l’apertura che aveva prodotto, la giudicò non sufficiente e, con le dita, la allargò. Quindi portò il contenitore alla bocca e ne bevve, in un paio di poderose sorsate, metà del contenuto.

– “Fa davvero cagare!”, sussurrò osservando il cartone con un grappolo d’uva stampigliato sopra. Quindi lo gettò a terra e lo calpestò furiosamente canticchiando il motivo di “Interstellar Overdrive” dei Pink Floyd. Quando fu soddisfatto, girò sui tacchi e s’incamminò con passo deciso in direzione della canonica.

Una volta all’interno, chiuse rumorosamente la porta alle sue spalle, si avvicinò alla credenza in stile Luigi XVI che decorava una parete della sala da pranzo adibita a stalla, spalancò le ante della stessa e ne estrasse, nell’ordine: un paio di stivali di gomma colore verde militare, una camicia di flanella con una scritta sul retro (“Kurt vive e voi non lo sapete, stronzi!”), una chitarra elettrica Made in China di marca Chibson (per evitare casini di copyright e stronzate varie) verniciata di viola shocking con un ponte licensed Floyd Rose costruito anch’esso nella Repubblica Popolare Cinese con l’impiego di materiali dozzinali da operai che lavoravano tredici ore al giorno e non avevano la minima idea di cosa fosse un sindacato, un mini-amplificatore da cinque watt a transistor con scritto sopra “Marsciall” (per evitare casini di copyright e stronzate varie) che funzionava a pile da nove volt – anch’esso frutto dell’ingegneria cinese -, un cavo jack, una parrucca biondo platino e una cintura di borchie piramidali dorate.

Indossò tutto quanto (chitarra a tracolla e mini-amplificatore sulla cintura compresi) sopra la tonaca sporca di erba e i jeans di marca assieme a un paio di occhiali da sole a specchio; quindi uscì trionfante all’aperto alla ricerca di Ulrike.

La adocchiò infondo alla valle che pascolava come se nulla fosse accaduto.

– “Sono lo shredder della Trinità, cazzo! Nessuna femmina ha mai saputo resistere al mio talento musicale. Cadevano tutte ai miei piedi quando rockavo & rollavo come un bullo!”, sentenziò Don Caspio (come il mare), “Figuriamoci se una stupida vacca pezzata può ignorare il mio talento!”, girò l’interruttore e accese il mini-amplificatore da cinque watt, “Ok, Ulrike… la mia versione metal di *Feelings* di Albert Morris ti ricondurrà a me allo stesso modo in cui il pifferaio magico chiamava a sé le pantegane! In scioltezza!”

Don Caspio (come il mare) lasciò correre le sue agili dita sulla tastiera della solid body di scarsa qualità ed eseguì, in successione rapidissima, quattro scale misolidie, due locrie, il tutto seguito da un furioso tapping. Quindi, senza smettere di suonare, si mise a correre in direzione di Ulrike gorgheggiando a pieni polmoni: “FEELINGS! NOTHING MORE THAN FEELINGS! TRYING TO FORGET MY FEELINGS OF LOOOOVEEEEE! YEAH! EXIT LIGHT! ENTER NIGHT! TAKE MY HAND! WE’RE OFF TO NEVER-NEVER LAAAAAAND… ANZI NO, HO SBAGLIATO… BE’, IMPORTA SEGA… FEELINGS, CAZZO, FEEEEEEEELINGS!!!

La giovenca, ancora una volta, si voltò pigramente in direzione del prete in corsa con la chitarra elettrica a tracolla e tutto quanto ma, quando Don Caspio (come il mare) fu a non più di cinque metri di distanza, quasi a schernirlo, con un leggero trotto, si allontanò nuovamente da lui.

Don Caspio (come il mare), si inginocchiò sull’erba in preda al fiatone mentre cercava disperatamente di non interrompere l’assolo che, ormai, aveva preso un’ineluttabile trend Jack White.

– “Fanculo… vacche d’oggi!”, disse con un filo di voce, quindi gettò a terra la chitarra in preda alla frustrazione.

(Fine della seconda puntata)

Don Caspio (come il mare) contro Ulrike–Season one, episode one.

C’era una volta un prete di nome Caspio (come il mare) che abitava in montagna e aveva una mucca. Siccome nella sua parrocchia non c’erano tanti fedeli, anzi ce n’erano solo due e metà di essi erano pensionati di ottantasette anni e mezzo, lui spendeva quasi tutto il suo tempo ad accudire la mucca. La domenica, infatti, alla funzione non veniva quasi mai un cazzo di nessuno perché la vecchia pensionata faceva fatica a camminare e suo nipote (l’altro fedele) preferiva dedicarsi alla cura dell’osteria che gestiva solo per se stesso (in pratica si versava il vino e lo beveva. Tutto da solo, senza l’aiuto di nessuno) piuttosto che caricarsela in spalla e portarla alla chiesa.

Così Don Caspio (come il mare) accudiva la mucca che, di nome, si chiamava Ulrike. La portava a guinzaglio sul prato dietro la canonica e la osservava mentre pascolava. Di quando in quando le rivolgeva la parola tanto non c’era nessuno attorno ad ascoltare che potesse prenderlo per un coglione che parlava ai bovini.

– “Sai che una volta avevo una morosa che si chiamava come te? Era austriaca e le piaceva andare sulla slitta però parlava italiano solo con un leggero accento che me lo faceva andare in tiro.”, le raccontava, “Così un giorno, per San Valentino, le chiedo cosa vuole come regalo, che ne so… cioccolatini, un braccialetto, fiori, stronzate del genere che piacciono alle femmine ma quella mi guarda negli occhi e fa una slitta!; allora io allargo le braccia e faccio ma te ne ho regalata una l’anno scorso! e lei sì d’accordo ma, se ricordi bene, l’ho prestata al postino che mi aveva chiesto se poteva farci un giro e io, che sono generosa e non dico mai di no a nessuno (non per niente ti permetto di capitarmi tra le gambe), gli ho detto ok e quello si è schiantato contro un pino, è morto con la testa aperta in tre parti e mi ha scassato la slitta. Insomma è andata a finire che ho dovuto regalarle un’altra slitta, lei era contenta di andare in slitta. Però io a un certo punto mi sono rotto i coglioni di questa storia che voleva sempre lanciarsi a tutta giù per la discesa quando nevicava così ho detto fanculo!, l’ho scaricata, sono diventato prete e mi sono comprato una mucca e quella sei tu, pensa un po’.”

La mucca continuava a brucare guardando Don Caspio (come il mare) mentre quello parlava a vanvera. Masticava l’erba pigramente e lo osservava come se volesse dire “pensa che coglione ‘sto imbecille vestito da pinguino: non può fare la predica perché non se lo caga nessuno così parla con una mucca di nome Ulrike.”, solo che non poteva dire un cazzo perché i bovini non parlano. Insomma, siccome le mucche non possono manifestare a parole il proprio disappunto nei confronti dei preti logorroici che rompono loro la coglia, Ulrike decise che fosse il caso di allontanarsi di qualche metro per continuare a nutrirsi senza sentire la voce cantilenante di Don Caspio (come il mare) che le raccontava di quella volta che l’aveva comprata perché la sua fidanzata preferiva la slitta al suo cazzo per l’ennesima volta.

– “Dove te ne vai, Ulrike?”, disse Don Caspio (come il mare) vedendola sgambettare lontano da lui. Si alzò, allarmato, dal tronco d’albero su cui si era accomodato e la inseguì lungo il leggero pendio. “Fermati, non allontanarti troppo… più in là c’è una strada… ok, è poco trafficata e tutto il resto ma metti che, per caso, passa un TIR perché il camionista ha spaccato il GPS e crede che quella sia una scorciatoia per Bollate di Baranzate… insomma… nessuno vuole ritrovarsi una mucca nel radiatore dello Scania, dico bene? Ulrike, torna qui!”

Ma il bovino ne aveva fin sopra le corna delle storie assolutamente fini a se stesse di Don Caspio (come il mare); voleva solo brucare per i cazzi suoi scacciando le mosche con la coda senza ascoltare di quella volta che blablablablabla e blablablablabla così non prestò alcuna attenzione ai richiami del suo padrone e trotterellò lontano da lui.

Dopo quasi un’ora di inseguimento, Don Caspio (come il mare), si ruppe a sua volta nei coglioni e decise che fosse il caso di giocare d’astuzia. Dopotutto l’homo sapiens era più intelligente di qualsiasi bovino sulla faccia del pianeta, giusto? Così girò sui tacchi e s’incamminò in direzione della macchia che cresceva rigogliosa dall’altra parte della collina. Pensava di cogliere Ulrike di sorpresa, afferrarla per il collare, rimetterle il guinzaglio e riportarla nella stalla che aveva ricavato, senza che il vescovo sapesse nulla, dalla sala da pranzo al piano terra della canonica.

Dopo aver camminato tra gli alberi per una ventina di minuti, scorse la pelliccia maculata di Ulrike che pascolava allegramente dietro l’angolo.

– “Ah-ha!”, esclamò Don Caspio (come il mare) con un filo di voce, quindi si mise in posizione di punta come un setter irlandese e, resosi conto che Ulrike era del tutto ignara della sua presenza, fece un poderoso balzo in avanti, afferrandone il collare con entrambe le mani.

Il bovino, da parte sua, pareva essersi completamente scordato il motivo per cui era fuggito dal prete e non oppose alcuna resistenza continuando a masticare erba e scoccando un’occhiata distratta al religioso. Don Caspio (come il mare) estrasse da una tasca segreta della tonaca il guinzaglio e lo assicurò al gancio sul collare placcato argento tempestato di zirconi che aveva comprato su ebay da uno di Codroipo (PN) per quindici euro e sessantatré centesimi (razza di stronzo, aveva voluto anche quelli!).

– “Sei scappata senza alcuna ragione, birichina! Hai fatto proprio come quella volta che il figlio della nipote del cugino del vicino di casa della nonna di mia zia aveva spremuto un lim…”

Ulrike, sentendo nuovamente la voce salmodiante di Don Caspio (come il mare), esclamò stizzita “MUUUUUUUUUUUUUU!” e, con un poderoso colpo di reni, diede uno strattone all’indietro cercando di liberarsi del guinzaglio ma il prete non lasciò la presa e, quando l’animale si mise a correre scendendo a tutta velocità lungo il dolce crinale della collina, puntò i piedi sul terreno ma, dopo appena qualche metro, si ritrovò sull’erba prono, trascinato e rimbalzante su ogni asperità del terreno.

– “Fermati! Razza di stupida vacca imbecille! Fermati, ho detto! Ti ho pagata un fracco di soldi! Ti ho concesso anche l’uso promiscuo della sala da pranzo della canonica! Inutile giovenca ingrata! Stronza! Bastarda! Non mi ascolti, eh? Ricordati della parabola del figliol prodigo! Io non sono un coglione come il padre di quel delinquente! Nossignore! E non porgo nemmeno l’altra guancia! Quando tornerai da me, ti faccio conoscere il mio amico Alvaro che fa il macellaio giù in paese! Hai capito? Fermati, brutta cicciona di merda! Altrimenti ti ritrovi braciola in men che non si dica!”, il tutto rimbalzando sull’erba con la tonaca che svolazzava alle sue spalle. Infine lasciò andare la presa e si rialzò faticosamente da terra osservando Ulrike che sgambettava qualche centinaio di metri più avanti non intenzionata a fermarsi.

(Fine della prima puntata)

Sono McLovin!

Ok, avevo detto che non avrei più aggiornato il blog giusto qualche giorno fa (o qualcosa del genere), il fatto è che ho un peso sulla coscienza da un sacco di anni e, anche se ho sempre pensato che la psicologia teorica (e pratica, nel caso esista) sia una sublime stronzata, mi sono detto “perché no?” e ho deciso di confessare una… errr… colpa di cui mi vergogno tanto da far vomitare.

Quando avevo quattordici-quindici anni e frequentavo la prima superiore, avevo una voglia pazza di capitare tra le gambe a una mia compagna di classe ma, ovviamente, non ci sono mai riuscito. Ma non è questo il punto, il punto è che, come tutti sanno, qualsiasi mezzo andava/va bene per fiocinare la sua giovane vulva. E intendo dire “qualsiasi mezzo”.

Senonché, nella primavera di quell’anno, una tragedia colpì l’istituto superiore che frequentavamo io e la sbarba che aveva provocato la triste fine di qualche milione di spermatozoi giù per il cesso della casa dei miei genitori. Nella fattispecie: una ragazza che frequentava il secondo anno nello stesso istituto fu investita e uccisa proprio davanti alla porta di casa sua. Aveva sedici anni, andava bene a scuola, era simpatica a tutti, una cosa terribile, triste e tutto il resto. Quando, la mattina seguente, la notizia trapelò, quella a cui volevo praticare una dilatazione con raschiamento scoppiò a piangere assieme ad altre compagne di classe.

Io e il mio vicino di banco (che era stato segato sia alle medie che l’anno prima, aveva già diciassette anni, per dire) mantenemmo un contegno il più composto possibile per il resto della mattinata e facemmo finta di essere particolarmente toccati dalla tragedia… anche se, nella realtà dei fatti, non lo eravamo per nulla: non la conoscevamo, non avevamo nemmeno idea di chi fosse (“Chi è morta? Ah… lei?”, dicevamo… “Ecchiccazzo sarebbe?”, pensavamo), sapevamo solo che abitava in una frazione del Friuli Venezia Giulia che si poteva raggiungere in treno (non avevamo scooter motorini e, di raggiungere in bicicletta il luogo, non se ne parlava nemmeno ma di questo dirò tra poco).

Insomma, a ricreazione, quella che mi volevo scopare non sembrava ancora aver superato lo shock per la perdita di una giovane vita, potenza della… come cazzo si chiama… la sensazione di provare il dolore altrui e farlo proprio, potrebbe essere “entropia”(**), un attimo che controllo; no, mi pare che non c’entri un beneamato comunque c’è un lemma che descrive ‘sta roba, ok? Ma in ogni caso, ancora una volta, non è questo il punto.

Stavo dicendo, sempre con il pensiero di fottere la fighetta della silfide, durante l’intervallo, mi avvicinai e finsi di essere altrettanto scosso dalla scomparsa della studentessa del nostro istituto.

– “Oh, ma ti rendi conto? Poteva succedere a noi! Che triste! È così ingiusto!”, singhiozzava.
– “Oh sì, davvero uno schifo…”, dissi io allungando timidamente il braccio sulla sua spalla.

Del tutto inaspettatamente, la meraviglia femminea che popolava il mio microcosmo onanistico mi abbracciò, singhiozzando vigorosamente sul mio petto.

– “Ohilà, vaccatroia!”, esclamai io, stupito.
– “Cosa?”, riuscì a dire lei sempre scossa dai singhiozzi.
– “No, niente… dicevo… quando fanno il funerale?”
– “Domani pomeriggio, tu ci vai?”
– “Certo che ci vado!”, colgli l’attimo, ragazzo, cogli l’attimo! – “Pensavi di andarci anche tu?”
– “Sì, mi farebbe piacere che mi accompagnassi.”
– “Ah eccome! E poi ti pianto mezzo metro di lingua in bocca, una mano sulla figa e finalmente mi libero della stronzissima verginità! Sì, cazzo! Eccome se ti accompagno! Puoi scommetterci il culo che ti accompagno, hey!”, pensai. “Volentieri, so che c’è un treno che parte verso le 13:30. Ci si mette circa un quarto d’ora per arrivare, la chiesa dovrebbe essere poco distante dalla stazione, il paese è piccolo.”, dissi.
– “Sei un ragazzo sensibile.”, disse, guardandomi negli occhi.

“Sono un ragazzo sensibile.”, pensai per il resto della mattinata, il pomeriggio seguente e per tutta la notte. Col tempo avrei imparato che “sensibile” significa “Non avrai mai la mia figa!” ma sono nozioni che si apprendono col tempo, mettendo da parte un sacco di esperienza.

Quando la campanella dell’ultima ora suonò, dissi al mio compagno di banco che sarei andato al funerale con Sara(*). Ricordo che lui disse qualcosa che aveva a che fare con la splendida scelta della location per il primo appuntamento. Poi aggiunse che ci sarebbe stato anche lui e che avrebbe osservato con attenzione ciò che sarei riuscito a combinare il pomeriggio seguente all’interno della chiesa mentre tutti piangevano per la morte di una ragazza di sedici anni.

Come andò a finire? Ah, cazzo. Malissimo! Peggio di così non sarebbe potuta andare, fanculo la mia vita!

Il giorno seguente, al suono della campanella, io e Sara(*) ci dirigemmo alla stazione e salimmo assieme sul treno. Non parlammo per tutto il tragitto, lei appoggiò la testa sulla mia spalla e io desiderai che non si accorgesse che eravamo giunti a destinazione. Avrei voluto raggiungere Trieste (il capolinea) ma, come c’era da aspettarsi, le cose andarono diversamente. Scendemmo dal treno di lì a qualche minuto e, dopo un breve tragitto a piedi, raggiungemmo la chiesa con circa mezz’ora di anticipo rispetto all’inizio della cerimonia funebre. Ci accomodammo nella seconda fila di banchi ma, praticamente subito, il prete ci fece sloggiare dicendo che quelli erano i posti riservati ai parenti della poveretta. Così finimmo due file dietro, ma comunque in prima linea.

In breve tempo la chiesa si riempì e, proprio vicino a me, si sedettero un vecchio con il nipotino. Dietro a me, giusto dietro a me, si accomodò il mio compagno di banco che cominciò a rompere i coglioni praticamente subito. Sara(*) al mio fianco, nel frattempo, aveva ripreso a frignare e a filosofare circa la miseria e l’ingiustizia che caratterizzano la vita umana, sul destino infame e spietato che trancia l’esistenza della povera gente, sulla tragedia che aveva colpito la famiglia della poveretta, la madre  distrutta che era entrata in chiesa seguita dal marito distrutto a sua volta, entrambi in lacrime piegati dal dolore, il fratellino di sì e no quattro anni che li seguiva con l’espressione di chi non capisce bene cosa sia successo e gli sguardi della gente pieni di commiserazione.

– “Ou, c’è anche il preside, guardalo lì.”, il mio compagno di banco mi sibilò all’orecchio.
– “Sì, ho visto.”
– “E anche tutte le compagne di classe della tizia morta… è pieno di figa!”
– “Sì, sì… parla piano ché ti sentono!”
– “Bon, stai dentro ancora per tanto tempo? Mi sono già rotto i coglioni, andiamo fuori?”

*ECO*

Fratelli e sorelle, siamo qui riuniti oggi per una tragedia che ha colpito una famiglia molto cara a tutta la comunità…

/*ECO*

– “C’è anche quella troia della sguattera stronza sbregacazzi di italiano… puttana! Se lo sapevo, stavo a casa; l’ho già vista stamattina, la vacca!”

E, a questo punto, venni preso da un attacco di ridarola irrefrenabile. Mano sul naso, rosso in volto.

– “Stai zitto… iiiihhh… iiiiihhh… chiudi la cazzo di bocca!”
– “Maccheccazzo ridi?”
– “Zitto, ti spacco la testa! Iiiihhh… iiiihhh…”
– “Nonno, hai visto? C’è quello lì che piange…”, il moccioso aveva notato che c’era qualcosa che non stava andando per il verso giusto.
– “Cosa cazzo ridi, coglione? Qua stanno piangendo tutti!”
– “Quando usciamo di qui, ti spacco il culo! Iiiiih… iiiiiihhhh!”, ormai stavo ragliando.
– “Smettetela voi due!”, Sara(*), occhi rossi, lacrime che scendevano tiepide e copiose sulle sue morbide gote.
– “L’hai sentita, brutto stronzo? Smettila di ridere ché non è il momento adatto. Guarda che è morta una sotto la macchina, inutile merda che non sei altro!”

Mi alzai di scatto in piedi.

– “Mi scusi…”, riuscii a dire al vecchio col moccioso in parte a me, sempre con una mano davanti la bocca.
– “Nonno, perché va via?”
– “Dove vai?”, Sara(*) mi stava osservando, fazzoletto di carta inumidito dalle lacrime tra le dita.
– “No, niente, esco ‘n attimino… fa caldo, mi gira la testa, quelle robe lì, sai… ci vediamo dopo… Iiiih… Iiiiih…”

Chiesa strapiena, sguardi interrogativi, gente triste che mi osservava mentre cercavo di tagliare la corda. Slalom, fuori di qui e anche alla svelta, ragazzo! Una volta all’aperto, mi voltai accorgendomi che anche il mio compagno di banco era fuggito assieme a me.

– “Raaaaaraararararararararara, testa di cazzo!”, io.
– “Rarararararararararara, perché ti sei messo a ridere, coglione?”, il mio compagno di banco.
– “Raaaaaraaaaraaaaraaaa, brutto muso di merda, ti ammazzo!”
– “Raaaraaararaaraarararara, Sara(*) è rimasta dentro.”
– “Raaaraarararararararararaaaaa, tanto me la taccono uguale, cosa credi?”
– “STRONZO!”, Sara(*).
– “Wooops…”
– “Wooops…”
– “E comunque non mi piaci! È inutile che ci provi con me! A un funerale poi! Di una povera ragazza che è morta sotto una macchina… e ridi! A me non mi viene da ridere!”
– “No, guarda che hai capito male…”
– “Ho capito benissimo, invece! Stronzo! Tu e anche lui! Stronzi tutti e due!”
– “Ma Sara(*)…”
– “VAFFANCULO!!!”, girò sui tacchi e rientrò in chiesa piangendo più di prima. Addio, Sara(*).
– “Oh, ok… cosa facciamo? Andiamo via?”
– “Sarebbe meglio che spariste, evaporare, subito!”, faccia incazzata di uno sui trent’anni con gli occhi rossi che era uscito per vedere cosa stava succedendo e, a occhio e croce, aveva capito tutto. – “E poi chiccazzo siete?”
– “Non importa… adesso andiamo via. Arrivederci!”
– “Aspettate un attimo…”

Gambe in spalla e polvere dietro il culo.

Come avrei dovuto aspettarmi, il giorno seguente Sara(*) si era preoccupata di raccontare a tutti/e quanto era successo il pomeriggio precedente durante la cerimonia funebre. L’episodio, sono pronto a scommettere il culo, era arrivato alle orecchie anche degli insegnanti. Tant’è che quella che insegnava scienze, la mattina stessa, si premurò di fare un discorsetto di carattere generale a tutta la classe… tenendo lo sguardo fisso su di me e il mio compagno di classe. Uno sguardo che poteva essere interpretato come “Siete due merde secche, fate schifo alla merda stessa, quella secca s’intende!”

Orbene, come dicevo all’inizio, è da un sacco di tempo che mi porto dentro la vergogna per quel pomeriggio di Aprile di tanti anni fa e, anche se come ho sottolineato prima, ritengo che la psicologia e la psicoanalisi siano solenni stronzate, magari Freud non aveva poi tutti i torti, ok? Cioè: far emergere qualcosa che ho lasciato sepolto nel subconscio troppo a lungo, fare una confessione e cose del genere, dico, potrebbe anche aiutarmi a superare il trauma, dico bene? Boh, vediamo cosa succede, ok?

(*) – Nome fittizio, col cazzo che scrivo il nome vero, hey!
(**) – “Empatia”, it is.